Arcatores Militiarum Urbis Romae
bandisce:
Nell’ambito arcieristico e nella specificità, del tutto particolare, di quella medievale , si discute della necessità di essere rispettosi di quelli che erano gli usi e i costumi dell’epoca. Molte sono le discussioni in merito che vanno dalle critiche sull’adozione di costumi non troppo fedeli all’epoca di riferimento, all’uso di materiali di supporto (bottiglie, bicchieri, sigarette, ecc), passando dal fatto che colleghe arciere non rinunciano a smalti e trucchi, fino all’uso, legittimo in quanto consentito, di tipologie di archi che poco hanno a che fare in effetti con il Medio Evo (Foggia Storica Con Finestra in particolare ma non solo). Non pochi arcieri si sono infatti pronunciati sulla necessità che sia adottata, dalle diverse Federazioni e/o Leghe, l’uso esclusivo dell’ Arco Storico come specifica di settore. Senza ora volere entrare nel merito delle opposte posizioni, ribadendo comunque la diversità esistente tra la nostra attività sportiva, che sportiva rimane, rispetto a quella degli evocatori storici (più o meno curate ricostruzioni di episodi storici che poco però hanno a che fare con eventi sportivi veri e propri), gli Arcatores Militiarum Urbis Romae, nello svolgimento della propria libera attività arcieristica, hanno deciso di promuovere una disfida che adotti solo ed esclusivamente l’arco storico come strumento di competizione. Una scelta di “vita” si potrebbe dire, non unanime, ma che in un certo senso indica una preferenza coerente con lo spirito che risiede a base della nostra specialità. Ma gli Arcatores si spingono oltre introducendo e sperimentando anche altre 2 dinamiche. La prima è quella della Disfida, una vera e propria competizione esclusiva tra arcieri appartenenti a 2
diverse compagnie seguendo, se si vuole, l’idea che fu della Disfida di Barletta. Questo anche per permettere alle diverse compagnie, al di fuori di quelli che sono i campionati nazionali, di promuovere confronti dell’una compagnia e l’altra in una dinamica di sana competizione sportiva. La seconda, importante se non anche fondamentale, l’introduzione, per la specificità di settore, del meccanismo della gara a squadra dove i punti dell’uno vengono sommati a quella degli altri compagni d’arme della stessa compagnia. Non più, quindi, l’abilità del singolo arciere ad essere premiata, ma quella dell’intera compagnia sollecitandole al contempo così a migliorare il gruppo, a puntare sul collettivo e non più solo sul singolo. Del resto, la Storia ci insegna che vince l’esercito, la milizia meglio addestrato/a e non il singolo componente. Squadra intesa non solo numericamente consistente ma collettivamente capace.
Buone Frecce
a.t.o.